Skip to main content

Nell’ultimo decennio c’è stato un forte aumento del consumo di metanfetamine e dei decessi associati tale da rappresentare per alcuni una nuova, seconda epidemia che segue e si collega a quella degli oppioidi.

Capire le metanfetamine

Negli Stati Uniti, gli ultimi dati pubblicati dal Center for Disease Control and Prevention (CDC) mostrano che anche durante la pandemia di COVID-19 sono aumentati i decessi per overdose da metanfetamine, spesso in associazione con oppioidi sintetici quali il fentanil utilizzati come adulteranti nel mercato illegale. A differenza dell’overdose da oppioidi, che può essere efficacemente contrastata dal naloxone (farmaco antagonista recettoriale degli oppioidi in grado di invertire la depressione del sistema nervoso centrale e del sistema respiratorio in situazioni di overdose), non esiste ancora alcun trattamento per l’overdose da metanfetamine.

Le metanfetamine sono meno costose rispetto ad altri stimolanti come la cocaina ed offrono elevati margini di profitto per coloro che le producono e vendono. Inoltre, come cocaina ed oppioidi possono essere combinati in uno speedball, le metanfetamine vengono spesso associate agli oppioidi al fine di mediare effetti depressivi ed effetti stimolanti.

L’uso di metanfetamine presenta una lunga serie di rischi fra cui dipendenza, danni al corpo e al cervello, overdose. Come per la cocaina, il consumatore di metanfetamine tende facilmente a perdere il controllo con gravi problemi di salute. Anche in considerazione delle limitate opzioni terapeutiche in caso di overdose, la prevenzione rimane l’intervento più importante per chi soffre di disturbo da uso di metanfetamine.

Gli effetti a breve e lungo termine

L’uso di metanfetamine ha effetti sia di breve che di lungo termine sul cervello. Numerosi studi hanno dimostrato che i danni causati al tessuto cerebrale sono simili a lesioni traumatiche. L’uso acuto può causare sintomi psichiatrici a breve termine, come ansia, iperattività, disturbi del linguaggio e aggressività che, per alcune persone, possono non essere temporanei. L’uso a lungo termine può causare psicosi con allucinazioni, deliri e paranoia che possono persistere anche dopo lunghi periodi di astinenza. La psicosi da metanfetamine ha sintomi simili alla psicosi naturale ma non risponde altrettanto bene ai trattamenti standard. Nell’organismo, le metanfetamine vengono rapidamente assorbite da molti organi e l’uso cronico può danneggiare cuore, polmoni e reni.

L’overdose da metanfetamine si verifica generalmente perché il corpo si surriscalda gravemente durante l’assunzione della sostanza, fino all’ insufficienza d’organo; può anche verificarsi a causa di un’eccessiva sollecitazione del sistema cardiovascolare sotto forma di insufficienza cardiaca o ictus. I sintomi più comuni di un overdose da metanfetamine includono dolore toracico, pressione sanguigna eccessivamente alta o bassa, difficoltà respiratorie, battito cardiaco irregolare, convulsioni, allucinazioni/psicosi e ipertermia (surriscaldamento). La maggior parte delle overdose da metanfetamine si verifica nei nuovi utilizzatori quando si assumono dosi troppo elevate ed il rischio aumenta a dismisura quando le metanfetamine sono contaminate da adulteranti quali il fentanil.

Generalmente, gli adulteranti vengono aggiunti a una sostanza pura per aumentarne il volume e/o potenziarne gli effetti. La lista degli adulteranti include prodotti farmaceutici che danneggiano cuore, polmoni, fegato, sistema immunitario e cervello, specialmente se assunti inconsapevolmente in quantità elevate e mescolati tra loro. Ad esempio, il levamisolo, un farmaco veterinario che si trova spesso mescolato nella cocaina, provoca un calo precipitoso dei globuli bianchi, portando a infezioni potenzialmente pericolose per la vita. In passato, le droghe venivano generalmente tagliate con composti in gran parte innocui come lattosio o saccarosio principalmente per aumentarne la massa ma negli ultimi anni si è diffusa l’associazione di sostanze attive estremamente pericolose fra cui alcuni derivati del fentanil. Secondo Nora Volkow, direttrice del National Institute for Drug Abuse (NIDA), il fentanil è particolarmente pericoloso per i consumatori di metanfetamine perché non avendo alcuna tolleranza per gli oppioidi, sono maggiormente esposti al rischio di overdose.

Da qui l’incoraggiamento anche per i consumatori di anfetamine ad avere sempre alla portata del naloxone da utilizzare come salvavita in caso di overdose da oppioidi a seguito di un consumo inconsapevole di metanfetamine adulterate con fentanil.